Come accennato nella sezione sui concetti generali, in Italia esiste un problema strutturale per quanto riguarda gli apporti minerali contenuti nel fieno e nel pascolo.
I “difetti” più importanti e costanti sono senza dubbio i seguenti:
- un apporto eccessivo di Ferro (mediamente 4-5 volte superiore al fabbisogno ottimale)
- un contenuto totalmente insufficiente di Zinco e Rame, che non arriva nemmeno lontanamente a soddisfare i fabbisogni minimi
- un contenuto di Manganese insufficiente per essere assorbito adeguatamente
- un contenuto di Magnesio spesso inferiore rispetto a quello ottimale
Occorre quindi introdurre un concetto molto importante: il bilanciamento minerale della dieta.
I minerali necessari al corretto funzionamento del metabolismo del cavallo si possono suddividere essenzialmente in 3 gruppi:
- Macroelementi (aka macrominerali)
- Microelementi (aka microminerali, o oligoelementi)
- Elettroliti
Il primo gruppo contiene Calcio, Fosforo e Magnesio, i cui fabbisogni si esprimono in grammi/giorno; il secondo è composto da Ferro, Zinco, Rame, Manganese, Selenio ed altri elementi i cui fabbisogni si esprimono in mg. Il terzo contiene Sodio, Potassio e lo ione Cloruro. Queste ultime tre sostanze non competono tra di loro per l’assorbimento, e quindi sono abbastanza facili da trattare.
I minerali che compongono i primi due gruppi invece devono essere presenti in rapporti piuttoso precisi tra loro per garantire un assorbimento adeguato di ciascuno di essi a livello intestinale.
Ad esempio, la dieta dovrebbe contenere da 1,7 a 2 grammi di Calcio per ogni grammo di Fosforo (il famoso rapporto Ca/P), oppure circa la stessa quantità di Ferro e Zinco affinchè tutti vengano assorbiti correttamente. All’interno di ognuno dei gruppi, esistono rapporti precisi da rispettare tra tutti gli elementi.
C’è un po’ di tolleranza su questi valori, e si trovano addirittura rapporti leggermente diversi in letteratura; tuttavia, quello che trovano i nostri cavalli nel fieno e nel pascolo non si avvicina nemmeno lontanamente ai rapporti corretti.
Se questo problema si presentasse solo occasionalmente e per brevi periodi, l’organismo sarebbe perfettamente in grado di gestirlo attingendo alle scorte dei vari elementi presenti nello scheletro, nel fegato e altre parti del corpo. Purtroppo però non è così: i nostri cavalli mangiano una dieta sbilanciata dal punto di vista minerale ogni giorno della loro vita, e a lungo termine gli effetti si vedono.
Il Ferro in eccesso si accumula, causando danni al fegato e/o sindromi infiammatorie, mentre la carenza di Zinco ha effetti distruttivi su tessuti connettivi, cartilagini, tendini ecc. Lo stesso vale per la carenza di Rame.
Una curiosità che dovrebbe far capire subito quanto è diffuso il problema è questo: se il manto del vostro cavallo sbiadisce per effetto del sole durante l’estate, è sintomo di carenza di Rame. E’ un fenomeno talmente diffuso da essere considerato “normale”, ma non è così.
Una delle prime strutture a risentire di queste carenze nutrizionali è lo zoccolo. Essendo parte degli annessi cutanei, e tra questi indubbiamente il più sollecitato meccanicamente, esso manifesta immediatamente i sintomi della carenza di qualsiasi nutriente.
Personalmente ritengo che in un certo senso ciò sia un fatto positivo: dato che le stesse carenze, se protratte nel tempo, possono creare problemi molto più seri, avere un campanello d’allarme nello zoccolo può aiutare ad accorgersi tempestivamente del problema ed intervenire opportunamente.
Sintomi tipici a livello di piede sono:
- Crescita lenta o assente (meno di 6 mm al mese sono un segnale d’allarme)
- Suola sottile
- Cerchiature sulla muraglia
- Infezioni del fettone e della linea bianca
- Fragilità dell’unghia
Di solito questi problemi podologici sono accompagnati da altri come coda e criniera radi, corti e fragili, pelo opaco e sbiadito ecc. Se il problema di base non viene corretto, a lungo termine si può arrivare a danni articolari, tendinei e scheletrici.
Se su un cavallo adulto questi scompensi possono creare problemi, nel caso di un cavallo in crescita (quindi fino ai 6 anni compiuti) o in gravidanza, possono causare disastri: malformazioni ossee, difetti subcondrali, contrazione dei tendini e molto altro ancora.
Nella mia esperienza, il concetto di bilanciamento nutrizionale/minerale è ancora piuttosto estraneo al mondo equestre italiano, inclusi i professionisti del settore (mangimisti e talvolta anche veterinari).
Molti dei mangimi di uso comune ad esempio, pur fornendo piccoli quantitativi di Zinco e Rame, quasi sempre arrivano a malapena a coprire i fabbisogni minimi di questi importantissimi nutrienti, e non si avvicinano neanche lontanamente ai rapporti ottimali, lasciando il problema sostanzialmente irrisolto. Inoltre quasi tutti contengono Ferro tra gli additivi, aspetto decisamente deleterio se associato ad una dieta che contiene già quantità eccessive di questo elemento.
Ad oggi, posso dire con tranquillità che si contano sulle dita di una mano i mangimi che non contengono Ferro addizionale.
Data l’importanza dell’argomento per la salute del vostro cavallo, Vi invito ad approfondirlo il più possibile.
Una delle migliori fonti bibliografiche è senza dubbio “Nutrient Requirements of Horses”, pubblicato dalla National Academy of Sciences americana, consultabile per intero e gratuitamente all’indirizzo https://www.nap.edu/read/11653/chapter/1.