Laminite del Cavallo

Laminite Acuta

La laminite acuta è un’emergenza medica che richiede l’intervento immediato del veterinario e possibilmente del maniscalco/pareggiatore.

E’ solitamente l’esito di varie forme di intossicazione esogene o endogene, come ad esempio il sovradosaggio di alcuni farmaci, l’ingestione di grosse quantità di cereali, coliche da torsione e conseguente setticemia, infezioni, ritenzione della placenta ecc.

E’ caratterizzata da una forte infiammazione del derma, conseguente al cedimento della membrana basale che costituisce “l’adesivo” che mantiene uniti unghia e derma sottostante.

A causa di complesse cascate enzimatiche, la presenza di tossine nel sangue porta al cedimento dei legami chimici tra derma ed epidermide.
L’infiammazione risulta come conseguenza del danno meccanico subito successivamente.

Questa ad oggi sembra essere la sequenza di eventi nella maggior parte dei casi di laminite acuta, anche se l’argomento è ampiamente dibattuto e costante oggetto di studi scientifici.

La Sintomatologia

La sintomatologia solitamente è ben riconoscibile e caratteristica:

  • piedi (normalmente gli anteriori) bollenti
  • forte polso digitale
  • cavallo in evidente stato di sofferenza
  • sudorazione
  • postura “laminitica”, ovvero con il peso spostato all’indietro e arti anteriori distesi in avanti.

La gravità della situazione può essere molto variabile, ed esiste una scala di valutazione (Obel scale) che basandosi sull’osservazione dei sintomi esterni consente di prevedere in maniera piuttosto attendibile la gravità dell’episodio.

Sfortunatamente, all’apparire dei sintomi il danno è già avvenuto, e l’intervento esterno può solamente limitare i danni e cercare di favorire la ripresa.
Per questo motivo è fondamentale la prevenzione attraverso corrette pratiche gestionali, così come una conoscenza della patologia sufficiente a riconoscerne immediatamente i sintomi.

Prevenire e curare la Laminite Acuta

Un intervento tempestivo in caso di un episodio di laminite acuta aumenta notevolmente le probabilità di un esito positivo.

Ogni minuto di ritardo aumenta il rischio di danni permanenti, e una laminite acuta trascurata porta solitamente all’abbattimento del cavallo.

Una delle poche pratiche che si è rivelata efficace nel prevenire l’insorgenza della laminite acuta in cavalli esposti a potenziali fattori scatenanti è la crioterapia.
Il raffreddamento degli zoccoli in acqua e ghiaccio per periodi fino a 72 ore di durata parrebbe essere privo di seri effetti collaterali e di poter impedire la distruzione della membrana basale, probabilmente a causa della riduzione della circolazione periferica.
Anche una volta apparsi i primi sintomi, la crioterapia permette di limitare l’ulteriore distruzione e contenere l’infiammazione e il rischio di congestione ed ischemia.

E’ importante infine far presente che uno zoccolo sano, con una buona connessione laminare, proporzioni corrette e strutture interne ben sviluppate è intrinsecamente più resistente alla laminite acuta rispetto ad uno che presenta già aspetti patologici o soffre da tempo di laminite metabolica.

Ciò non significa che è completamente protetto, ma il rischio di conseguenze nefaste è significativamente inferiore.

Una manutenzione competente dello zoccolo rappresenta quindi parte integrante della prevenzione.

Laminite Metabolica

La laminite metabolica è purtroppo una patologia piuttosto comune.

Si tratta paradossalmente di una “malattia del benessere”, con numerose analogie rispetto al “piede diabetico” umano, in particolare quando associato al diabete di tipo 2.

Nella mia esperienza, riguarda circa il 30-35% dei cavalli domestici, in forma più o meno grave a seconda dei casi.

Sfortunatamente, proprio il fatto che sia così facile da incontrare fa sì che la maggior parte delle persone non sia in grado di riconoscerla alle prime avvisaglie.

E’ talmente comune vedere zoccoli cerchiati e con la muraglia deviata, che l’occhio considera “normale” questo aspetto, che invece è tutt’altro che fisiologico.

Infatti, qualsiasi deviazione della muraglia rispetto ad un andamento perfettamente rettilineo dalla corona a terra, è da considerare come un importante segno di patologia, spesso riconducibile a problemi laminari di lunga data, a loro volta causati da disturbi a livello metabolico e/o nutrizionale.

A: normale
B: laminite cronica

Quello che molti considerano banalmente un “brutto piede”, in realtà quasi sempre rappresenta un sintomo locale di una patologia sistemica (EMS, insulinoresistenza, Cushing’s/PPID, sovralimentazione e/o carenze nutrizionali ecc.) che sta lentamente distruggendo il cavallo dall’interno.

Uno degli aspetti subdoli di questa patologia sta nella comparsa molto graduale dei sintomi e nel fatto che spesso i piedi stiano subendo danni a livello microscopico molto tempo prima che appaiano i primi segni evidenti di zoppia.
Di conseguenza, questa forma di laminite in molti casi produce danni irreversibili al piede prima che venga riconosciuta la serietà della situazione.

Anche qualora i sintomi non siano ancora tali da poter parlare a tutti gli effetti di laminite metabolica/cronica, personalmente ho potuto constatare che solitamente risulta efficace intervenire come se così fosse, in quanto gli interventi preventivi più basilari sono privi di effetti collaterali e ottengono quasi sempre notevoli miglioramenti nella qualità degli zoccoli e nelle prestazioni del cavallo.

Mentre il fattore scatenante è strettamente di tipo metabolico/biochimico, le conseguenze a livello dei piedi di solito diventano di tipo meccanico/fisico e circolatorio: l’indebolimento della connessione laminare e l’alterazione della cheratinizzazione portano a deformazioni meccaniche della scatola cornea, a cambiamenti nelle posizioni relative delle varie strutture anatomiche e di conseguenza nella distribuzione dei carichi che su di esse gravano.

Questa sovrapposizione tra fotografia e radiografia illustra le alterazioni subite da uno zoccolo affetto da laminite cronica. Il cavallo in questione soffre di disturbi metabolici e la laminite è presente da anni. Le radiografie evidenziano i primi segni di rimodellamento osseo sulla punta della terza falange, èd è evidente la notevole differenza tra la scatola cornea realmente presente e quella ideale. Il recupero di una piena funzionalità del piede in questo caso è improbabile ma possibile se si interviene correttamente.

Le conseguenze a lungo termine possono arrivare ad essere devastanti:

  • deformazioni e/o riassorbimenti ossei
  • ischemie e distruzione dei tessuti vascolari all’interno dello zoccolo
  • ascessi ricorrenti
  • osteomielite
  • ecc. fino ad arrivare all’abbattimento del cavallo.

Prevenire la Laminite metabolica nel cavallo

Fortunatamente queste conseguenze estreme sono quasi sempre prevenibili se il problema viene identificato e affrontato precocemente.

L’attenzione all’alimentazione rappresenta senza dubbio la prima barriera difensiva per tutti i cavalli, sani o malati che siano.

Una dieta completa e bilanciata, adeguata ai fabbisogni REALI del cavallo, rappresenta il primo bastione difensivo contro questa patologia.

L’attività fisica rappresenta un secondo importante fattore di prevenzione, in quanto riduce il rischio di insorgenza di alcuni disturbi metabolici come la EMS (Equine Metabolic Syndrome): più il cavallo si muove nell’arco delle 24 ore, minori i rischi. Ha inoltre effetti positivi sul sistema circolatorio, che risulta coinvolto indirettamente nel processo degenerativo.

Nel caso di alcune patologie metaboliche, può essere necessario anche l’intervento farmacologico per poter garantire una buona qualità di vita all’animale (come ad esempio il Pergolide per i cavalli affetti da Cushing’s Disease).

Una manutenzione competente e tempestiva dello zoccolo rappresenta indubbiamente un’ulteriore misura preventiva, in quanto contribuisce significativamente a mantenere o ripristinare le corrette relazioni tra le varie strutture costituenti il piede nel suo insieme e di conseguenza a garantire una  distribuzione fisiologica dei carichi e degli sforzi su di esse. Inoltre permette di ottimizzare robustezza e resistenza della scatola cornea e favorisce il corretto sviluppo delle strutture interne, in particolare nella porzione caudale del piede, contenente importanti plessi circolatori. Anche questi aspetti costituiscono una difesa fondamentale contro le conseguenze più distruttive della laminite, acuta o metabolica che sia. Ovviamente l’intervento di un professionista preparato e qualificato diventa indispensabile in presenza di segni di patologia, che possono richiedere interventi specifici e mirati.

Igiene e pulizia, pur non essendo coinvolte direttamente nella patogenesi, rappresentano comunque aspetti cruciali nella prevenzione e riabilitazione della laminite metabolica in quanto prevengono numerose complicazioni, preservando la scatola cornea da ulteriori insulti e aggressioni da parte di microorganismi e aggressivi esterni come urina e liquami che la indebolirebbero significativamente.

Riabilitazione del cavallo con laminite cronica

Per ottenere buoni risultati nella riabilitazione di un cavallo laminitico cronico, è quindi necessario creare un ambiente favorevole al ritorno di uno stato di salute normale, andando a modificare contemporaneamente tutti quegli aspetti che hanno contribuito o possono contribuire all’insorgenza o permanenza della patologia.

Per fare alcuni esempi di interventi tipici:

  • garantire spazi e fondi adeguati per il movimento spontaneo;
  • alimentazione a basso contenuto di carboidrati non strutturali;
  • impedire l’accesso a pascoli a rischio e/o ad alberi da frutto;
  • drenare/consolidare le aree di maggior frequentazione;
  • ecc.

Negli anni mi sono trovato frequentemente a dover intervenire su cavalli che presentavano segni più o meno evidenti di problemi a livello laminare. Laddove ho incontrato proprietari e/o gestori cooperativi nell’introdurre i necessari cambiamenti nell’ambiente del cavallo, ho sempre riscontrato risultati positivi, compatibilmente con lo stato iniziale dell’animale.

Allo stesso tempo, qualora non ci sia la volontà di rimuovere le cause del problema, qualsiasi intervento sugli zoccoli non può avere che un effetto palliativo o di contenimento del danno, e la traiettoria del cavallo resta sostanzialmente segnata.

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