Setole

Il termine “setola”  indica qualunque tipo di crepa o incrinatura del materiale corneo.

Esistono 3 tipologie principali di setola, a seconda del punto da cui si sono originate:

  • ascendenti;

  • discendenti;

  • trasversali.

Quelle ascendenti originano dal bordo distale della muraglia e si propagano verso l’alto.

Quelle discendenti nascono in corona, si propagano verso il basso e quasi sempre sono le più problematiche.

Quelle trasversali solitamente hanno un andamento parallelo alla corona, anche perché spesso è lì che hanno origine inizialmente.

Ognuna di queste tre tipologie può poi essere ulteriormente caratterizzata come superficiale o passante, infetta, cronicizzata, stabile, sanguinante ecc. a seconda dei casi.

Le cause delle setole 

Le cause che possono portare ad una setola sono molteplici ed analizzarle tutte in dettaglio sarebbe estremamente lungo e complesso.
Nella mia esperienza, si possono raggruppare in tre categorie generali:

  • cause meccaniche (lunghezza eccessiva della muraglia, distribuzione irregolare dei carichi sulla muraglia, gravi difetti di appiombo, traumi, cicatrici in corona, deformazioni della scatola cornea ecc.);

  • cause infettive o endogene (tarli, ascessi, cheratomi);

  • cause nutrizionali/metaboliche (deficit nutritivi, laminite, intossicazioni).

Inoltre, recenti studi scientifici ( LINK 1LINK 2) hanno dimostrato che alcune tipologie di setole sono associate a difetti submurali (sotto la muraglia) e che interessano sia il derma sottostante che gli strati interni della muraglia stessa, con la formazione di “callosità” strutturalmente simili a cheratomi.

L’esatta caratterizzazione di queste formazioni non è ancora chiara, ma sembrerebbero il risultato di una distribuzione anomala dei carichi sul derma a causa di pratiche di ferratura o pareggio scorrette, oppure della presenza stessa della setola.

In questi casi, soprattutto se le dimensioni del difetto sono importanti, l’eliminazione completa e definitiva della setola risulta pressoché impossibile, e l’unica strategia praticabile è di tipo conservativo.

Sfortunatamente, il materiale corneo che forma lo zoccolo non può cicatrizzare come una ferita dei tessuti molli o una frattura ossea, per cui l’unico modo di eliminare una setola è fare in modo che non si propaghi mentre cresce nuova unghia per sostituire quella danneggiata.

Per ottenere questo risultato esistono numerose tecniche.

Trattamento sulle setole

In ogni caso, il primo passo da intraprendere è di cercare di individuare con precisione la causa, poiché altrimenti qualunque intervento sarebbe pressoché inutile.

Normalmente, un’osservazione accurata permette di fare almeno un’ipotesi verosimile del perché il piede presenta il problema.

Seguendo l’ipotesi generata, si procede poi con gli interventi necessari, che possono consistere in un semplice pareggio e diventare via via più complessi in base alla serietà della situazione.

Setole particolarmente estese in altezza e/o profondità possono richiedere una stabilizzazione mediante ferratura, resine, cucitura o “casting”, mentre quelle di minor gravità solitamente si risolvono facilmente con una tolettatura adeguata e un pareggio corretto.

L’anteriore sinistro delle foto qui sopra presentava da anni una setola discendente dalla corona a terra, passante e occasionalmente sanguinante. Notare il cattivo stato generale del piede, con cerchiature e marciume del fettone nella lacuna centrale.


Lo stesso piede a distanza di circa tre anni. In questo caso la setola era il risultato di un pessimo appiombo, gestito in maniera inadeguata. Il graduale miglioramento dello stato di salute del piede ha portato, dopo circa 30 mesi, alla guarigione “spontanea” della setola.

Quasi sempre è consigliabile velocizzare la ricrescita di una scatola cornea nuova somministrando integratori adatti allo scopo.

Stato dei piedi precedentemente al primo intervento (04/06/2019). Setole discendenti su tre piedi causate da cattiva distribuzione dei carichi associata a problemi nutrizionali. Da notare le evidenti cerchiature.

Gli stessi piedi dopo circa sei mesi (29/11/2019). In questo caso gli interventi sono stati: sferratura, pareggi mensili e bilanciamento nutrizionale. Non sono stati necessari altri cambiamenti in quanto il cavallo è libero 24 ore con altri cavalli.

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