La suola sottile è un problema relativamente frequente che limita la possibilità di utilizzo del cavallo senza una protezione per gli zoccoli, in quanto comporta il rischio di traumi al piede e solitamente anche una notevole sensibilità su terreni sconnessi.
Nella mia esperienza le cause più frequenti (ma non le uniche) sono:
- genetica;
- laminite cronica/metabolica;
- nutrizione.
La genetica di un cavallo ovviamente non si può modificare; se avete la sfortuna di avere un cavallo con piedi fragili e suole sottili per genetica, l’unica cosa che potete fare è garantirgli le migliori condizioni possibili per la salute dello zoccolo, accettando l’idea di dover limitare l’utilizzo del cavallo in funzione delle condizioni dei piedi.
Alcune razze sono notoriamente caratterizzate da zoccoli delicati.
Tra queste spiccano il Purosangue Inglese (PSI) e alcuni suoi derivati (Quarter, Paint), che statisticamente hanno piedi deboli e sottodimensionati rispetto alla stazza dell’animale.
La situazione è poi ulteriormente aggravata dal fatto che molto spesso i cavalli di queste razze, già svantaggiate dal punto di vista genetico, vengono allevati secondo modalità che impediscono uno sviluppo ottimale dal punto di vista fenotipico.
Confinamento in piccoli spazi o su terreni morbidi dalla nascita, manutenzione inadeguata degli zoccoli dei puledri e ferrature estremamente precoci (spesso ben prima dei 2 anni) condannano spesso questi cavalli a problemi cronici di piedi.
Ciononostante, occasionalmente ho incontrato anche cavalli di queste razze con ottimi piedi.
La laminite spesso danneggia i tessuti vascolarizzati del derma soleare al punto da ridurne significativamente la capacità di produrre nuovo materiale corneo.
Quando questo è il caso, l’unica soluzione per permettere una qualità di vita ragionevole al cavallo e/o un parziale ritorno all’utilizzabilità è l’applicazione di protezioni, mobili o permanenti a seconda dei casi e delle preferenze.
Qualora ci sia il sospetto che ci si trovi di fronte a questo tipo di problematica, uno strumento molto utile per definire meglio il quadro è la venografia, ovvero una radiografia eseguita dopo aver iniettato un mezzo di contrasto radiografico nei vasi sanguigni del piede.
In questo modo è possibile valutare in maniera chiara ed oggettiva se vi sono stati danni alla vascolatura del piede.

Stesso piede a distanza di 3 mesi. Come si può vedere nella prima foto, con la crescita di una muraglia correttamente allineata e connessa alla terza falange, il piede ha recuperato una concavità adeguata (>10mm) e lo spessore di suola lungo il perimetro è diventato sufficiente a proteggere la terza falange da traumi e pressioni.
La nutrizione influisce su tantissimi aspetti, tra cui anche il ricambio e la moltiplicazione cellulare, così come sulla qualità dei tessuti prodotti e sul metabolismo in generale.
Nel caso della suola, essendo insieme alla muraglia la parte dello zoccolo più esposta all’abrasione e ad eventuali traumi, una crescita rapida e di buona qualità è fondamentale per ottenere buone prestazioni, sia nel caso di cavalli scalzi che ferrati.
Assicurare al cavallo un apporto nutrizionale adeguato e bilanciato è fondamentale per la sua salute e per ottenere buone prestazioni.
Inoltre, in assenza di una buona connessione laminare, la terza falange può gravare eccessivamente sul derma, comprimendo i vasi sanguigni e limitando l’afflusso di sangue (quindi ossigeno e nutrienti), col conseguente rallentamento della crescita.
Relazione tra suola sottile e suola piatta
In questo ambito ritengo sia opportuno parlare brevemente anche della relazione tra suola sottile e suola piatta.
Tradizionalmente, i due concetti sono stati spesso associati, al punto da essere confusi l’uno per l’altro.
In realtà sono due condizioni potenzialmente molto diverse.
Generalmente è vero che se uno zoccolo è molto consumato, la faccia plantare apparirà piatta, e in questo caso “piatto” e “sottile” vanno effettivamente a braccetto.
Tuttavia un piede può avere la suola “piatta” ma molto spessa.
Ciò succede ad esempio su cavalli che vivono su terreni molto secchi e compatti, se hanno una crescita rapida.
Raramente può anche succedere che osservato da sotto il piede mostri una generosa concavità, ma che la suola sia comunque sottile e debole, non a causa del consumo ma di una crescita troppo lenta per far fronte al naturale degrado del materiale corneo oppure, occasionalmente, come conseguenza di un pareggio troppo aggressivo.
Vorrei quindi sfatare il “mito” della suola “piatta” come motivazione impellente per ricorrere alla ferratura: innanzitutto occorre stabilire in quale dei tre scenari ci si trova, se possibile cercare di rimuovere o gestire le cause del problema e solo successivamente valutare se è effettivamente necessario ferrare il cavallo. Spesso se ne può fare a meno.
Ovviamente viene dato per scontato che il cavallo viva in un ambiente asciutto ed igienico. In cattive condizioni igieniche, l’azione chimica dell’urina e quella biologica di funghi e batteri deteriorano rapidamente il materiale corneo, riducendone spessore e solidità.