La produttività e il valore nutritivo del pascolo possono essere notevolmente migliorati mediante una corretta gestione.

Avere una comprensione di base dei meccanismi di fondo che regolano la crescita dell’erba che forma il pascolo è indispensabile a questo scopo. Conoscere i fattori di stress che portano le piante del pascolo ad accumulare sostanze di riserva in quantità potenzialmente pericolose per i cavalli che le mangiano permette di evitare alcuni grossolani errori che possono avere conseguenze nefaste.

Le condizioni climatiche e la disponibilità o mancanza di nutrienti nel terreno possono avere effetti sorprendenti sui contenuti nutrizionali della vegetazione, che è soggetta a cicli periodici di accumulo di risorse, crescita e stasi il cui andamento può variare drasticamente in condizioni particolari.

L’aspetto che interessa maggiormente in relazione alla salute dello zoccolo (ma non solo) è il contenuto di Carboidrati Non Strutturali, il cui contenuto può fluttuare significativamente anche nell’arco di una sola giornata.

Vi è prima di tutto un normale ciclo giornaliero determinato principalmente dall’alternanza tra giorno e notte:

Notare come la percentuale varia dal 16%, considerato relativamente sicuro, a oltre il 25%, valore altamente a rischio, nell’arco di 12 ore

Durante le ore diurne, la luce solare consente alla pianta di produrre glucosio mediante la fotosintesi clorofilliana. Partendo da un minimo in corrispondenza dell’alba, il contenuto di glucosio aumenta gradualmente raggiungendo un picco poco prima del tramonto. Durante la notte, l’erba utilizza il glucosio prodotto, in parte come carburante per alimentare i suoi processi metabolici e in parte come materiale da costruzione per molecole più complesse come disaccaridi, amido e cellulosa. Di conseguenza, in condizioni normali, durante la notte si assiste ad un calo graduale del contenuto di glucosio e altri Carboidrati Non Strutturali, per tornare al minimo in corrispondenza dell’alba successiva.

Vi sono poi cicli stagionali più complessi dettati dalla durata del giorno, dalle temperature ed eventualmente da altri fattori come la piovosità e la disponibilità di nutrienti.

Ciò che complica notevolmente le cose è che l’andamento di questi cicli può essere alterato drasticamente dalla presenza di condizioni particolari, come ad esempio una siccità prolungata, gelo, carenza di nutrienti nel suolo, sfruttamento eccessivo ecc.

In condizioni di stress infatti la reazione fisiologica (e prevedibile) dell’erba del pascolo è di “sospendere le attività” in attesa di tempi migliori, accumulando sostanze di riserva.

Semplificando al massimo, ogni volta che si verifica qualcosa che rallenta la crescita dell’erba senza inibire la fotosintesi, il contenuto di CNS aumenta. In casi estremi, si può arrivare ad un contenuto del 50% di CNS sul peso secco. E’ ovvio che ciò rappresenta un notevole fattore di rischio per qualsiasi cavallo, a maggior ragione se già sofferente di problemi metabolici.

Uno dei fenomeni più comuni in Nord Italia è l’associazione tra giornate soleggiate e temperature notturne inferiori ai 5°C, specialmente in primavera quando le ore di insolazione aumentano, o in alta montagna. In queste condizioni, il contenuto di CNS sarà inevitabilmente elevato. Personalmente, consiglio vivamente di evitare o limitare molto il pascolamento nel periodo tra febbraio e maggio.

Un corretto utilizzo del pascolo dovrebbe quindi tener conto di tutti questi aspetti: far pascolare i cavalli la mattina presto piuttosto che al pomeriggio/sera, evitare lo sfruttamento eccessivo, irrigare e concimare adeguatamente ecc. Irrigazione, concimazione, sfalci periodici e rotazione del pascolamento sono tutti metodi che aumentano la resa, migliorano la qualità del foraggio prodotto e riducono il rischio di avere conseguenze negative come coliche o laminiti.

Altrettanto importante da valutare è la presenza o assenza di certe varietà vegetali: mentre la maggior parte delle graminacee e delle piante monocotiledoni normalmente presenti in un prato sono un buon alimento per la maggioranza dei cavalli per buona parte dell’anno, le piante dicotiledoni e a foglia larga, se presenti in grandi numeri, possono diventare un serio problema, in quanto spesso contengono quantità di CNS notevolmente superiori rispetto alle graminacee.

Uno sfalcio periodico solitamente consente di mantenere sotto controllo le dicotiledoni infestanti, ma in casi estremi può essere opportuno riseminare il pascolo.

Anche la presenza di piante da frutto all’interno o ai margini del pascolo rappresenta un serio problema che richiede di essere gestito, così come quella di querce, in quanto le ghiande contengono concentrazioni tossiche di tannini e notevoli quantità di amido, mentre la frutta matura è una bomba di zuccheri che può causare disastri. Soprattutto in presenza di cavalli laminitici o a rischio, questi possono essere aspetti decisivi nel determinarne lo stato di salute.

Senza voler scendere in ulteriore dettaglio, il sunto del discorso è che l’accesso al pascolo, considerato a ragione un toccasana per il cavallo, richiede comunque attenzione e conoscenza, in quanto può nascondere insidie e pericoli inaspettati.

Altre letture

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Igiene del Cavallo